Un marsupio per neonati scoperto in una grotta di Erli

Un marsupio per neonati scoperto in una grotta di Erli

Un corredo formato da oltre 70 perline in conchiglie forate (Columbella rustica), da quattro pendenti, sempre forati, ricavati da frammenti di bivalvi (Glycimeris sp.), nonché da un artiglio di gufo reale. I marsupi per neonati venivano utilizzati anche nella preistoria. A rivelarlo un nuovo studio appena pubblicato sul «Journal of Archaeological Method and Theory», legato alla scoperta della neonata «Neve», risalente a circa 10.000 anni fa, nella grotta ligure dell’Arma Veirana, nel comune di Erli. Si tratta della più antica sepoltura fino ad oggi mai documentata in Europa relativa ad una neonata mesolitica. Il team internazionale di ricercatori coordinato da Stefano Benazzi (Università di Bologna), Fabio Negrino (Università di Genova) e Marco Peresani (Univerisità di Ferrara), presenta lo studio del ricco corredo di conchiglie della neonata Neve, avanzando nuove ipotesi sull’uso preistorico dei marsupi per neonati e gettando nuova luce su pratiche e costumi degli ultimi cacciatori-raccoglitori liguri del primo Olocene. «Sebbene i ricercatori non sappiano ancora quando i primi uomini anatomicamente moderni (Homo sapiens) abbiano iniziato a usare i marsupi per i loro neonati, è quasi ovvio pensare che tali borse fossero un indumento comune durante la preistoria – spiegano dall’Università di Genova – Le prove dell’uso preistorico dai marsupi sono quindi estremamente rare. I risultati di questa ricerca mostrano che le conchiglie marine erano state cucite su un supporto in pelle (o stoffa?) che ancora avvolgeva Neve al momento della sua sepoltura. La maggior parte di queste presenta marcati segni d’usura: ciò dimostra che queste conchiglie erano state indossate per un periodo di tempo considerevole da qualcuno della stessa comunità dell’infanta prima di essere poi cedute a lei, quali gioielli di famiglia o talismani».