Riviera, l’80 % degli alberghi chiude per le bollette salate

Riviera, l’80 % degli alberghi chiude per le bollette salate


Il caro metano, le bollette insostenibili e i contratti di forniture fuori controllo hanno generato un mix esplosivo. Con l’inverno che bussa alla porta l’80 % degli alberghi chiude. Sotto i colpi di bollette quintuplicate, l’ultima trincea degli albergatori, dopo il periodo buio della pandemia, era quella di restare in piedi anche dopo settembre. Ma ora è buio fitto. «Anche il nostro settore è stato costretto ad alzare bandiera bianca – afferma Carlo Scrivano, direttore dell’Upa, l’Unione provinciale di Savona – Negli alberghi della Riviera l’aumento abnorme dei costi è un nemico difficile da combattere. Dopo una stagione che è stata positiva in autunno si lavora solo nel weekend, ma a novembre gli albergatori valuteranno il da farsi. Negli anni scorsi si teneva aperto soprattutto per due motivi: il primo era per offrire servizi alla destinazione e quindi il turista trovava le strutture aperte ed era un modo per mantenere vivo il brand dell’hotel; il secondo era perché si fidelizzava il personale al «tempo indeterminato». E sappiamo che oggi il personale è l’asset fondamentale per qualsiasi impresa. Ora tenere aperte le strutture non è possibile perché si va in perdita. E’ aumentato tutto non solo le bollette, ma anche i costi di lavanderia e le materie prime». L’offerta turistica della Riviera dunque va in letargo per evitare che gli alberghi finiscano con bilanci in rosso. «Per l’inverno andrà così: almeno l’80% resterà chiuso – conferma Stefania Piccardo, presidente dell’Unione provinciale degli albergatori – Nella sola Alassio credo che le strutture che resteranno aperte si conteranno sulle dita di una mano.  Va anche precisato che i mesi di novembre, dicembre e poi gennaio e febbraio, tolto il periodo di Natale, saranno i residence e gli affittacamere ad offrire il servizio. Essendo strutture più piccole riescono a rimanere aperti e affittare anche per brevi periodi senza avere costi particolarmente alti. Questo discorso ovviamente non vale per gli alberghi». E’ le iniziative per promuovere la Riviera in bassa stagione? Il tavolo del turismo di «Ligurian Riviera» conferma la propria campagne per restare sul mercato, ma il settore è in affanno. «La speranza – dice Piccardo – è che tutto il lavoro fatto finora non venga perduto. Certo è che finché i costi di gestione rimarranno così alti, in particolare luce e gas, diventerà proibitivo restare aperti senza avere la certezza di avere clienti oppure avendo clienti ai quali non si possono certo far ricadere le nostre spese con tariffe più alte». In tanti si industriano con il «saving», cioè con il risparmio di energia: «Abbassiamo le luci, diminuiamo i gradi del riscaldamento. Per l’inverno – dice Beppe Vena, titolare dei residence Conchiglia e Perla di Alassio – prepareremo un compendio con tutte le misure di risparmio, l’energia pesa il 20 % sui costi e le fatture aumentate di 5 volte incidono tantissimo sul budget». Chi resiste ha fatto ricorso all’efficientamento energetico: luci a comparsa nei corridoi e un impianto centralizzato con timer e sensori di movimento, accendono la luce nei piani solo quando serve.