Il Pil della Liguria cresce quest’anno del 3,5% contro il 2,3% stimato ad aprile

Il Pil della Liguria cresce quest’anno del 3,5% contro il 2,3% stimato ad aprile

“Arrivano ottime notizie per il Prodotto Interno Lordo della Regione Liguria, che l’ultima stima previsionale di Prometeia dà in crescita quest’anno del 3,5% contro il 2,3% stimato ad aprile, con variazioni attese di crescita molto positive per quanto riguarda i consumi delle famiglie e gli investimenti fissi lordi per import ed export”. Lo evidenzia il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti durante la presentazione in Consiglio regionale della manovra di bilancio.

“Un quadro favorevole confermato anche da Bankitalia che, per la Liguria, sottolinea la crescita degli occupati, l’espansione massiccia del settore edilizio e immobiliare, la tenuta dei traffici portuali, malgrado il rallentamento del commercio mondiale dovuto prima al Covid e poi alla crisi in Ucraina, e l’aumento dei flussi turistici che hanno superato i livelli pre-pandemia in termini di presenze, grazie anche ai nostri investimenti nelle campagne promozionali del nostro territorio che hanno fatto il giro del mondo – sottolinea Toti -. L’Istat, rispetto al terzo trimestre 2022, ha certificato in Liguria un incremento dell’occupazione del 2,8%, con il passaggio da circa 610.000 a oltre 628.000 occupati. Un boom di proporzioni quasi triple rispetto al resto del Paese, dove gli occupati sono aumentati dell’1,1%. Ancora più lusinghieri i dati sulla riduzione degli inattivi che in Liguria sono diminuiti addirittura del 13,2%, con una riduzione di 4.704 unità. Andremo avanti con le nostre politiche di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, che hanno funzionato e che continueranno ad aiutare i nostri giovani ad entrare nel mondo del lavoro attraverso il combinato disposto costituito da formazione professionale ed incentivi alle aziende”.
    “La combinazione pandemia-guerra non ha dunque intaccato le potenzialità di sviluppo della Liguria che, in questi anni, ha lavorato e continua a lavorare pancia a terra per limitare l’impatto della crisi globale su famiglie ed imprese, al fine di assicurare la tenuta del sistema socio-economico regionale e nazionale”, aggiunge.