In Cattedrale a Savona la messa delle Ceneri

In Cattedrale a Savona la messa delle Ceneri

Il 22 febbraio alle ore 18 nella Cattedrale Nostra Signora Assunta il vescovo Calogero Marino presiederà la messa del Mercoledì delle Ceneri, giorno in cui inizia la Quaresima, periodo liturgico “forte” che precede la Pasqua cristiana, e di digiuno e astinenza dalle carni. “Con il sudore della fronte mangerai il pane, finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!”: queste parole compaiono nel capitolo biblico della Genesi, allorché Dio, dopo il peccato originale, cacciando Adamo dal giardino dell’Eden lo condanna alla fatica del lavoro e alla morte.

In passato la frase veniva recitata quando il sacerdote imponeva le ceneri, ottenute bruciando i rami d’ulivo benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente, sul capo dei fedeli. Dopo la riforma liturgica seguita al Concilio Ecumenico Vaticano II è stata mutata con la locuzione “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15), che esprime, oltre a quello penitenziale, l’aspetto positivo della Quaresima, tempo di conversione, preghiera assidua e ritorno a Dio.

La celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della cerimonia pubblica della penitenza: costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli, che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo. La teologia biblica rivela un duplice significato dell’uso delle ceneri. Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo dice rivolgendosi a Dio: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere” (Gen 18,27). Riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, Giobbe afferma con senso di estrema prostrazione: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell’uomo simboleggiata dalla cenere.

La cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore” (Gdt 4,11).