55 anni di matrimonio e dietro il banco della più longeva panetteria di Andora

55 anni di matrimonio e dietro il banco della più longeva panetteria di Andora

Non c’è solo una storia di amore dietro ai 55 anni di matrimonio di Enzo Fassio e Marisa Cardone, appartenenti a storiche famiglie andoresi. Ci sono anche la complicità, il lavoro e il sacrificio con i quali, per   altrettanti 55 anni, hanno operato sotto l’insegna della più longeva panetteria di Andora. Lui, davanti al forno nel lungo e faticoso lavoro notturno e lei al bancone di vendita che lascerà proprio nel 2023 per la meritata pensione. L’occasione della consegna da parte dell’Amministrazione Comunale di una pergamena di auguri per l’anniversario di nunziale è divenuto un momento per ricordare con l’assessore Maria Teresa Nasi, che da anni opera ricerche sull’ Andora di un tempo, una vita insieme indissolubilmente legata anche alla passione per una antica tradizione di panificazione che ora è nelle mani  del figlio Gianluca Fassio e seguita per molto tempo anche dalla figlia Stefania.

Il panificio Fassio ha aperto i battenti nel 1968 in via Fontana, allora cuore pulsante di Andora, per trasferirsi nel 1975 in via Cavour proprio dove da poco era stato inaugurato  il nuovo plesso scolastico, il nuovo Municipio e si sviluppava l’edilizia residenziale.

Enzo fa parte di una generazione che ha iniziato a lavorare da ragazzino, a 14 anni, consegnando il pane per un panificio alassino, per poi decidere, acquisita la necessaria esperienza, di aprirne uno proprio. E’ riuscito a costruire un impresa economica di successo. E’ stato precursore di servizi che oggi consideriamo innovativi, come la consegna a domicilio e,  più di 40 anni fa, ha fatto scelte che, in tempi di aumento dei costi dell’energia elettrica, sono risultate vincenti.

Negli anni d’oro si arrivavano a produrre anche 18 quintali di pane al giorno – spiega Fassio, 82 anni, in pensione dallo scorso anno e appassionato all’orto, alla vigna e agli uliveti – Lavoravamo con sei dipendenti, ricordo Massino che è stato con noi 30 anni, e tanti altri preziosi collaboratori immortalati in foto che testimoniano le lunghe code di clienti in attesa: un lavoro faticoso, quando si panificava  dalle 21.00 di sera al mezzogiorno del mattino successivo, non c’erano ferie, ma solo sacrifici”.  Enzo Fassio si vede ancora spesso nel panificio ed è tutt’oggi contro i moderni lieviti chimici che però concedono qualche ore di sonno in più. “Mio figlio usa solo lievito di birra e livieto madre” –  dice  – Il lavoro è ancora prevalentemente notturno, dalle 1.30 alle 9.00 del mattino”.

Già nel 1975, Fassio non disdegnava l’innovazione, tanto da scegliere di utilizzare un forno che cuoce a vapore e che oltre a dare al pane una cottura perfetta lo premia oggi anche con una bolletta elettrica leggera. “La caldaia del mio forno che cuoce con il vapore  può essere anche alimentata a legna e quando lo faccio il pane ha un sapore unico – dice Fassio. 

Ripercorrere la storia del panificio, significa anche ricordare una Andora commerciale scomparsa.

Un tempo servivo con il mio pane ben 42 negozi e botteghe alimentari che oggi non ci sono più – spiega Enzo Fassio – La cosa mi rattrista moltoRicordo tutti i negozi di un tempo ad uno ad uno. Il pane fresco è arrivato sui banchi dei supermercati, la produzione del panificio si è ridotta, anche se l’attività ha ancora oggi grande successo grazie a mio figlio Gianluca che da giovanissimo ha seguito le mie orme. Ciò che mi rammarica di più – conclude Fassio – è che stiamo rischiando di perdere un prodotto tipico della nostra terra: il libretto. Era il nostro pane, come i milanesi avevano la michetta. Ora se ne fa sempre meno ed è un peccato: era il  nostro orgoglio”.