La Croce bianca di Albenga festeggia i 110 anni di vita con un evento della durata di tre giorni

La Croce bianca di Albenga festeggia i 110 anni di vita con un evento della durata di tre giorni

La Croce bianca di Albenga festeggia i 110 anni di vita con un evento della durata di tre giorni, da venerdì a domenica. Il programma è stato concordato dalla direzione della pubblica assistenza e l’Amministrazione comunale e ovviamente l’intento è quello di coinvolgere la città per festeggiare un traguardo importante per il mondo del volontariato. Tre giorni di cerimonie che inizieranno venerdì alle 19,30 con la premiazione dei volontari. Sabato alle 21 è in programma il concerto dell’Accademia Musico Vocale Ingauna «Egidio Marcelli» presso il Teatro Ambra. Domenica si ricomincia alle 9,30 con la deposizione della corona ai caduti e presso la prima sede della Croce bianca in piazza San Domenico; alle 10,30 è in programma la messa celebrata dal vescovo Guglielmo Borghetti presso la cattedrale di San Michele Arcangelo. Si proseguirà poi al pomeriggio. Alle 14 è previsto il ricevimento delle consorelle e il saluto di benvenuto. Quindi seguirà l’inaugurazione di una nuova ambulanza «Man TGE» in ricordo dei coniugi Bianca Menchetti e Antonio Porello, presso la sede della Croce bianca in piazza Petrarca. Alle 15,30 trasferimento in corteo al Teatro Ambra dove alle 16 sono previsti i saluti da parte del presidente della Croce bianca Dino Ardoino e delle autorità. L’oratore ufficiale sarà Fabrizio Pregliasco, presidente nazionale Anpas. Previste quindi l’inaugurazione di un apparecchio defibrillatore semiautomatico, donato dal Lions Club Albenga Host; di una sedia portantina motorizzata, acquistata con il contributo della signora Maggiorina Pellegrini; di un monitor multiparametrico, acquistato con i proventi della «Cena in Bianco», organizzata dalla Vecchia Albenga e la consegna della «Fionda di Legno» alla Croce Bianca da parte dei Fieui dei Caruggi. A spiegare l’importanza dell’attività della Croce bianca in questi 110 anni di attività è lo stesso presidente Ardoino: «Spesso le statistiche sono un arido conteggio, una impietosa sequela di numeri sostituita alla menzione di nomi, persone, gesti, ma nella loro scarna sinteticità esprimono a chiare cifre l’entità di un lavoro che richiede un impegno continuativo e lo richiede per buona parte a volontari, in cambio di gratitudine, una pacca sulla spalla, a volte neppure quello. Il milite si muove nell’anonimato; a volte si apre la via con il fragore di una sirena, a volte s’inserisce nel traffico e passa inosservato, c’è chi gli concede una precedenza e chi gliela nega. La consistenza numerica dei servizi effettuati dal popolo in divisa catarifrangente parla da sé, una volta tanto è più espressiva di molte parole».