Follia, poesia e verità: Laigueglia omaggia Alda Merini

Follia, poesia e verità: Laigueglia omaggia Alda Merini

Follia, poesia e verità: Laigueglia omaggia Alda Merini con una serata di voci, musica e riflessioni
Martedì 15 luglio, alle ore 21.15, nell’Auditorium delle Opere Parrocchiali di Laigueglia, si terrà una serata speciale dedicata ad Alda Merini, intitolata “Follia, poesia e verità”. Un evento a ingresso libero che intreccia parole, musica e pensiero critico per ricordare una delle voci poetiche più intense, profonde e controverse del Novecento italiano.

La serata sarà condotta da Maria Vittoria Barroero. Le letture saranno affidate a Daniela Bruzzone e Simonetta Pozzi, mentre l’accompagnamento musicale sarà curato dal chitarrista Gianpaolo Grollero.

Al centro dell’incontro, l’intervento dello psichiatra e scrittore Giacinto Buscaglia, dal titolo “Ciò che la psichiatria non sa dire”. Un contributo che esplora la tensione profonda tra istituzioni psichiatriche e creatività, utilizzando la vicenda biografica e poetica di Alda Merini come lente d’ingrandimento. Buscaglia ricostruisce i ricoveri della poetessa, in particolare gli anni trascorsi nel manicomio milanese Paolo Pini, e si sofferma su quanto la sua voce poetica sia riuscita a emergere non nonostante, ma talvolta anche grazie alla convivenza con il dolore psichico.

«Sono nata il 21 a primavera / ma non sapevo che nascere folle, / aprire le zolle / potesse scatenar tempesta», scriveva Merini, con lacerante lucidità. In quei versi si condensa l’anomalia che lei rappresentava per la psichiatria: una paziente, certo, ma anche una creatura incandescente, capace di convertire la follia in visione, la fragilità in bellezza, il trauma in arte.

L’evento è promosso dall’Associazione Vecchia Laigueglia in collaborazione con il Dopolavoro Ferroviario e il Centro Pannunzio, con il patrocinio del Comune e della Parrocchia.

In un tempo in cui la malattia mentale è ancora spesso ridotta a silenzio o semplificazione, Alda Merini ci parla ancora con disarmante intensità: «La mia follia è stata la mia libertà». Rileggere la sua opera significa anche interrogare le istituzioni, i pregiudizi e gli sguardi che ci accompagnano quando parliamo di fragilità e di arte.