
Parte da Alassio la promozione del libro di Claudio Falleti sulle persone scomparse
«Questo non è solo un libro. È il viaggio più intenso e personale che abbia mai intrapreso, un percorso che attraversa il dolore, la speranza e quel confine sottile tra presenza e assenza». Parte dalla Riviera di Ponente e più precisamente da Alassio dove sta trascorrendo un periodo di vacanza la promozione del libro «Dove finiscono le ombre. Alessandro Venturelli. Storie e verità oltre la scomparsa» (edizioni Artestampa) dell’avvocato alessandrino Claudio Falleti, vice presidente dell’Associazione “Nostos” spesso ospite di trasmissioni televisive importanti come “Quarto Grado” e “Chi l’ha visto?”. Come è venuta l’idea di scrivere un libro che aiuta a riflettere e a non perdere le speranze di poter riabbracciare i propri cari. «Tutto è iniziato una sera qualunque, davanti alla televisione, quando il volto spezzato di un padre, Roberto Venturelli, ha attraversato lo schermo. Cercava suo figlio Alessandro, un ragazzo di appena 21 anni, scomparso nel nulla a Sassuolo, nel dicembre 2020. Da quel momento, le ombre hanno smesso di essere un concetto astratto e sono diventate parte della mia realtà quotidiana. Questo libro racconta molto più di una singola scomparsa – afferma Falleti – Racconta il vuoto che si insinua nella vita delle famiglie, la fragilità delle istituzioni, la lotta estenuante contro il silenzio. Ma racconta anche la resilienza di chi non si arrende, di chi trasforma il dolore in azione, di chi si aggrappa a ogni traccia, ogni indizio, ogni segnale, pur sapendo che spesso le risposte non arrivano». Attraverso la vicenda di Alessandro, l’avvocato-scrittore ha scoperto cosa significa davvero essere un avvocato in queste situazioni: «Non è solo una questione di leggi o procedure, è un impegno umano che ti cambia dentro. Ho visto come la psicologia della scomparsa si intreccia con le fragilità individuali, con i segnali mancati, con la possibilità che dietro un gesto estremo si nascondano manipolazioni o solitudini troppo grandi da affrontare da soli – dice – Ho percorso le strade di questa storia tra tracce spezzate, piste internazionali, errori istituzionali e silenzi inspiegabili. Ho visto come la tecnologia possa diventare alleata o limite, come i media siano una lama a doppio taglio tra visibilità e spettacolarizzazione, e come la comunità, se unita, possa davvero fare la differenza». Ogni capitolo è una finestra aperta sul fenomeno delle persone scomparse: le loro storie, le loro famiglie, le loro ombre che continuano a camminare accanto a noi. «Alessandro non è solo un caso, è il simbolo di migliaia di assenze che popolano le nostre città e i nostri pensieri».