Vendemmia salva in Liguria nonostante la siccità

Per i viticoltori è stato un sospiro di sollievo. Dopo la grande siccità, la vendemmia darà frutti positivi. Dall’indagine di Assoenologi, Unione Vini e Ismea la quantità di raccolto prevista ammonta a 50,1 milioni di ettolitri, praticamente uguale al 2021, con punte critiche in Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto. Resta però la preoccupazione per il cambiamento climatico, fenomeno con cui le aziende, inevitabilmente, dovranno fare i conti. Con una diminuzione del 46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più secco dal 1800 ad oggi, aggravato dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi. Una congiuntura climatica eccezionale, mitigata dalle piogge di agosto, che non ha danneggiato i vigneti.

E’ attesa dunque un’annata più che buona con uve caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte. Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa che determinano potenziali aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione del vigneto appare generalmente ottima, con rarissimi attacchi di patogeni. Passando in rassegna i dati relativi alla produzione emerge che la Liguria produrrà 39 (migliaia di ettolitri) per l’annata in corso, in diminuzione rispetto ai 41 dell’anno scorso con una variazione del 5 %, vanno meglio la Toscana (+12%), l’Umbria (10%).

Così Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi: «La vendemmia ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata. A contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti. Oggi più che mai sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali»

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