Uno studio della Regione Liguria sulla presenza femminile nella Blue Economy

Raccogliere dati che permettano di avere una fotografia della presenza femminile nella Blue Economy, promuovere l’uguaglianza di genere nei suoi vari settori, aumentare la presenza e la posizione delle donne rafforzando il networking e lo scambio di buone pratiche per ridurne il divario in un settore a predominanza maschile, su cui lo sviluppo locale si fonda. Sono questi gli obiettivi di “Pink in Blue”, il progetto presentato da Regione Liguria, nell’ambito del bando europeo a gestione diretta “Women in the blue economy” del programma FEAMPA, in collaborazione con il dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Genova.
Il budget complessivo del progetto è di 1 milione e 250 mila euro, di cui 430 mila per i soggetti liguri (250 mila Regione Liguria e 180 mila Unige).
“Il progetto mira ad aumentare la partecipazione e la rappresentanza delle donne nei diversi settori dell’economia blu sostenibile – afferma l’Assessore regionale alle Pari Opportunità Simona Ferro – l’intento è anche di accrescere le conoscenze e riuscire a raccogliere dati sul contributo delle donne in questi settori, in modo da promuovere efficacemente la parità di genere”.

“La presenza, in questi ambiti tipicamente maschili, di stereotipi di genere e di pregiudizi crea infatti fortissimi ostacoli alla promozione della parità retributiva e al contrasto verso le condizioni di lavoro precarie che scoraggiano le opportunità di carriera per le donne fin dalla prima infanzia – conclude l’Assessore Ferro – l’obiettivo è proprio quello di promuovere la leadership femminile, l’imprenditorialità e la partecipazione alle strutture di governance e ai meccanismi decisionali delle organizzazioni sia pubbliche che private”.

“Promuovere una crescita economica che tenga conto dell’impatto ambientale di ogni attività produttiva è oggi una carta importantissima per realizzare concretamente uno sviluppo sostenibile. Proprio in questo ambito il progetto “Pink in Blue” assume ancora maggior valore avendo anche come obiettivo di migliorare la condizione lavorativa delle donne, aumentandone le opportunità – spiega Laura Amoretti, consigliera regionale di parità – Io e la mia consigliera supplente, Irene Mercuri, siamo felici perché questo obiettivo contribuisce a dare non solo ricchezza al progetto, ma valorizza la donna che, per ragioni anche culturali e sociali, possiede spiccate capacità di lavoro in network, sa costruire ponti, condivide esperienze e non teme i cambiamenti e le innovazioni, meno che mai le innovazioni sociali”.

Il partenariato è composto da enti pubblici e privati di Italia, Francia, Lituania, Bulgaria, Svezia e Danimarca e va a coprire tutti i bacini marittimi europei nei quali la Blue Economy è un settore trainante.

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