Nuovo anno con aumenti, non solo della benzina, ma anche viaggiare in treno costerà di più


Nuovo anno con aumenti, non solo della benzina, ma anche viaggiare in treno costerà di più. Aumentano del 6 %, in media, i biglietti dei treni regionali. L’obiettivo è quello di incentivare e privilegiare gli abbonamenti. L’incremento è del 3% su questi ultimi mentre sale al 9 % sul biglietto semplice. Tanto per fare esempio un biglietto di seconda classe da Genova a Savona (fascia dai 40 ai 50 chilometri) costava 5,30 euro mentre ora servono 5,80 euro; l’abbonamento mensile è salito da 76 a 78,50 euro; l’annuale, invece, lievita di 22 euro passando da 748 a 770 euro. Il contratto di servizio per il trasporto ferroviario regionale 2018-2032 varato da Trenitalia e Regione Liguria prevedeva un aumento delle tariffe distribuito in pratica in tutti gli anni dal 2018 al 2023 con picchi nel 2021 con incrementi medi del 7%, nel 2022 più 6,5 %. Aumenti che tuttavia erano stati sospesi dopo il crollo del ponte Morandi, sia nel 2020 che nel 2021 anche per la pandemia. La reazione da parte dei pendolari non si è fatta attendere: «Gli aumenti – afferma Mauro Serra, portavoce del Comitato utenti Trenitalia del Ponente – derivano dal contratto di servizio firmato dalla Regione Liguria e Trenitalia, pertanto sono frutto di quanto sottoscritto a suo tempo dalle parti. Gli aumenti – precisa ancora Serra – sarebbero giustificati per quanto attiene il servizio sul resto della Liguria, fatta eccezione per il Ponente dove continuano a circolare vetture molto datate ed i nuovi treni Pop e Rock sono ancora un sogno. Come dire sarebbe giusto aumentare le tariffe, ma non per i pendolari del tratto Savona-Ventimiglia che eccetto i piccoli convogli Jazz, sono ancora orfani di nuovo materiale».

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