Alassio, il P.E.B.A. arriva in consiglio comunale

Dopo la pubblicazione sulla home page del Comune di Alassio il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche sarà sottoposto domani al Consiglio Comunale e adottato. Giannotta: è lo strumento fondamentale per la pianificazione degli interventi necessari a fare di Alassio una città aperta e inclusiva

E’ stato presentato stamani ai Capigruppo Consigliari e agli organi di informazione – il video è on line sulla pagina facebook del Comune di Alassio – il nuovo Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, realizzato dalla STP costituita dagli architetti Giacomo Airaldi, Deborah Ballarò, Filippo Brunengo e Giulia Ciamberlano su incarico dell’Assessorato all’Urbanistica e alle Politiche Sociali  del Comune di Alassio.

“Il PEBA – ha spiegato Franca Giannotta, Assessore all’Urbanistica e alle Politiche Sociali del Comune – rappresenta il presupposto per la calendarizzazione temporale degli interventi dell’amministrazione finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche ancora esistenti in tutti gli edifici e spazi pubblici. Alassio ha già fatto molto in questo senso ma abbiamo voluto andare oltre il semplice rifacimento dei marciapiedi e dei montascale. Abbiamo voluto dotarci di un strumento dal quale poter avviare una programmazione puntuale del da farsi”.

“Quella che ci è stata fornita – prosegue – e che, oggi, dopo la deliberazione da parte della giunta è stata pubblicata all’albo pretorio per le eventuali osservazioni, è stata quindi una mappatura dell’esistente, per censire le principali barriere architettoniche ancora esistenti in tutti gli edifici e gli spazi pubblici; ma anche un elenco degli interventi ritenuti indispensabili a conseguire l’obiettivo della piena accessibilità degli spazi pubblici, definendo criteri e livelli di priorità delle opere individuate come necessarie e predisponendo una stima economica delle stesse, ai fini del successivo inserimento nella programmazione dei lavori pubblici dell’Ente.

“Il PEBA di Alassio non si configura come una mera sommatoria di luoghi e di interventi volti alla rimozione di singole barriere architettoniche, bensì come un sistema integrato di azioni spaziali su itinerari, percorsi, spazi aperti ed edifici pubblici. I luoghi oggetto del PEBA sono scelti per la loro capacità di intercettare le esigenze del più ampio numero di persone in condizioni di maggiore e diversificata difficoltà a fruire autonomamente degli spazi aperti e degli edifici pubblici. Non si tratta solo di una questione di quantità di flussi e di intensità di utilizzo delle singole attrezzature e servizi ma soprattutto della necessità di prendere in considerazione i bisogni e i comportamenti delle persone fragili (anziani, bambini, persone con disabilità permanenti o temporanee, ecc.), per favorire la costruzione di un ambiente a misura di tutti”.

Diviso in macrozone, il territorio è stato così analizzato rivelando punti di forza, opportunità e criticità anche per le diverse tipologie di disabilità, parcheggi per disabili, indicazioni per ipovedenti, cartellonistica inclusiva…

Ognuna delle otto macrozone in cui è stato suddiviso il territorio comunale contiene le schede che censiscono gli edifici comunali, i parchi pubblici, gli spazi collettivi e le intersezioni, le spiagge libere e le fermate degli autobus presenti. In ogni scheda di analisi è possibile consultare sia la descrizione delle barriere architettoniche presenti, sia collegarsi alla scheda degli interventi necessari ad eliminare tali barriere. I computi così concepiti, in modo puntuale e riferiti ad ogni singola situazione, consentiranno all’amministrazione di effettuare agevolmente le proprie valutazioni in termini di programmazione, priorità e risorse.  

“Il PEBA di Alassio – ha specificato l’Arch. Airaldi – è uno strumento destinato a diverse categorie di utenza: utenza diretta ovvero funzionari comunali, progettisti, amministratori che in maniera operativa si trovano ad intervenire sul territorio; e utenza indiretta, ovvero tutti cittadini e gli utenti “deboli”, quali ad esempio disabili, anziani, bambini ma anche donne in gravidanza, cardiopatici ecc. Per questo il piano deve usare un linguaggio diretto e schemi semplici, da sviluppare poi successivamente con progetti e attività di dettaglio. Deve essere uno strumento aperto, adatto ad essere modificato ed implementato nel corso del tempo anche grazie al supporto o apporto delle associazioni di categoria, che deve essere abbinato alle iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza sui temi dell’inclusività”

“Sono state individuate delle priorità  che dovranno tenere conto della necessità di una programmazione, delle risorse disponibili e del complesso quadro generale delle azioni e delle necessità amministrative – prosegue Giannotta – ma che nel contempo sottolineano alcuni aspetti su cui intervenire per concorrere in modo sostanziale ad un miglioramento dell’accessibilità cittadina”. 

“Per quanto riguarda lo stato dell’arte – proseguono i professionisti incaricati della realizzazione del piano – le situazioni maggiormente inaccessibili, legate alla disabilità motoria, riguardano criticità facilmente risolvibili come l’assenza di scivoli di raccordo marciapiede/piano stradale, oppure i restringimenti di percorso. La inaccessibilità sensoriale invece è maggiormente legata alla mancanza di percorsi podotattili, al cattivo stato di alcune porzioni di pavimentazioni e alla mancanza di cartelli informativi sensoriali. Nella parte di ponente invece la passeggiata presenta un significativo dislivello rispetto alla strada adiacente e attualmente è già previsto, in fase progettuale, un accesso con scivolo per le persone diversamente abili. I parchi pubblici, unitamente ad una gestione efficace delle Spiagge Libere Attrezzate, potranno rappresentare un momento significativo di inclusività, un valore importante anche rispetto all’utenza turistica, connotando come positiva e virtuosa l’immagine dell’amministrazione pubblica. L’analisi degli edifici pubblici risulta molto più articolata per le diverse funzioni che gli edifici stessi assolvono: uffici comunali, auditorium, biblioteche, scuole, pinacoteca, gallerie d’arte. Il P.E.B.A. ha esaminato in dettaglio le considerazioni relative ai vari edifici, ma in linea generale si può affermare che in molti casi piccoli accorgimenti progettuali potrebbero portare ad un considerevole miglioramento della fruizione di questi spazi: dalla possibilità di avere un limitrofo parcheggio per disabili, al semplice arredo inclusivo, ai servizi igienici per persone con disabilità…”

“Vi sono situazioni dove saranno sufficienti piccoli accorgimenti – conclude Giannotta – e altri dove invece dovrà essere studiato un intervento più incisivo. Molto è stato fatto e, se ne avremo modo sarà un nostro impegno proseguire nel solco di quanto già avviato. Se così non fosse avremo consegnato a chi ci succederà uno strumento imprescindibile per fare della nostra città una città in grado di supportare nella quotidianità un’utenza più “debole”, ma anche di aprire ad un nuovo turismo di inclusione”.

Domani la discussione e la votazione in Consiglio.

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