Al via la ventesima rassegna teatrale organizzata dal Teatro dell’Albero e dal Comune di San Lorenzo al Mare

Al via la ventesima rassegna teatrale organizzata dal Teatro dell’Albero e dal Comune di San Lorenzo al Mare

Inizia questa sera alle 21.15 con “La Rosa non ci ama” la ventesima rassegna organizzata dal Teatro dell’Albero e dal Comune di San Lorenzo al Mare. Otto appuntamenti con i migliori attori del panorama teatrale nazionale da Cloris Brosca a Maria Paiato, Laura Curino, Mario Perrotta, Ulderico Pesce, Michele La Ginestra, Saverio La Ruina. Attori che hanno già calcato il palcoscenico del Teatro dell’Albero e che sono un gradito ritorno per l’affezionato pubblico della Sala Beckett. Info su www.ilteatrodellalbero.it.

Cloris Brosca Gianni De Feo

LA ROSA NON CI AMA Carlo Gesualdo vs Maria D’Avalos

di Roberto Russo
regia Gianni De Feo
impianto scenografico e costumi Roberto Rinaldi
musiche originali su testi di Torquato Tasso composte da Alessandro Panatteri

In una piazza notturna, svuotata dalla presenza umana e ingombra ora solo di residui di immondizia dove fanno da sfondo le mura della Basilica di San Domenico Maggiore circondata da silenziosi palazzi cinquecenteschi, emergono le ombre di due personaggi, un uomo e una donna, apparentemente distanti tra loro. Indistinguibili nelle fattezze somatiche, potrebbero essere due barboni o viaggiatori casuali senza tempo. Tuttavia, il suono della loro voce sembra venire da molto lontano.

Siamo nella città di Napoli, nei nostri giorni, davanti all’imponente palazzo che appartenne al Principe Carlo Gesualdo da Venosa e dove, nella notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1590, lo stesso Principe infierì con efferata violenza sul corpo di sua moglie Maria D’Avalos e dell’amante di lei Fabrizio Carafa, duca D’Andria. Questa la cronaca di uno dei più famosi delitti passionali.

Durante l’azione scenica gradualmente l’identità dei due personaggi si svela. Sono proprio le ombre dei due nobili, fantasmi senza pace, entità costrette ogni notte a ritrovarsi nei secoli per ripetere ossessivamente lo stesso rito necessario a rielaborare gli eventi del passato. Inizialmente si scrutano, quasi non si riconoscono, sussurrano appena i loro nomi, mentre rivivono, attraverso la ricomposizione dei colori del Cubo di Rubik, tutta la gamma cromatica delle loro anime. Lui, uomo sensibile e geniale inventore dei colori della musica, raffinato madrigalista e stimato ispiratore dei tempi a venire. Lei, bellissima donna appassionata alla vita. Entrambi vittime dei loro ruoli e della loro epoca! Ed è la Rosa, simbolo d’amore di tutte le epoche, che attrae e affascina con la seduzione del suo profumo e la bellezza dei suoi colori ma che può, allo stesso tempo, uccidere con la punta sottile di una spina.

La trama drammaturgica concepisce la presenza di altri personaggi che si alternano e si contrappongono ai due protagonisti. E dunque, in questa messa in scena che si articola tra azione vivace e lettura a leggio, saranno proprio loro, Carlo e Maria, a evocare e a far rivivere, attraverso la loro voce come gli accusatori di un tribunale, tutte quelle figure intorno alle quali ruota la vicenda stessa. Rivediamo allora le serve pettegole, il losco “prevetiello”, lo scaltro prete inquisitore, il saccente gesuita Escobar. Allo stesso modo si mescoleranno le lingue, dallo spagnolo del 500 al napoletano antico fino al latino, in un linguaggio forbito, a tratti lirico ma al tempo stesso contemporaneo.

Alla parola farà da contrappunto l’elemento musicale che percorre quasi tutta la traccia drammaturgica scavalcando anche in questo caso epoche e gusti. Infatti, ai suoni sperimentali e ai brani di Philip Glass e Arvo Pärt, si contrappongono la musica di Stravinsky e i madrigali dello stesso Gesualdo.