Si celebrerà domenica a Stellanello la messa di settima in ricordo del mitico comandante Tindaro Taranto

Si celebrerà domenica a Stellanello la messa di settima in ricordo del mitico comandante Tindaro Taranto

 Si celebrerà domenica alle ore 11 e 30 nella Chiesa Parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano a Stellanello la Messa di Settima in ricordo del mitico Comandante e Giudice di Pace Tindaro Taranto. Il dottor Taranto era un personaggio straordinario, colto, collaborativo e modesto, empatico, preparato ed animato dall’amore per gli altri verso i quali, nei vari ruoli che ha ricoperto con onore, si è sempre messo a disposizione con grande animo di servizio. Sia come Comandante della Polizia Municipale di Alassio sia come Giudice di Pace alla Pretura di Albenga, dove ha seguito migliaia di cause e scritto salomoniche sentenze, ha sempre messo i valori dell’etica al centro delle sue scelte. Sono state tante le testimonianze dell’affetto e stima che hanno circondato Tindaro: “Il comandante Tindaro Taranto- ha detto con commozione il sindaco di Alassio Marco Melgrati- era una persona eccezionale, non ci sono altre parole per definirlo. È stato dirigente del Comune di Alassio oltre che comandante della Polizia Municipale, quando è andato in pensione è stato nominato Giudice di Pace ed è stato insignito della massima onorificenza cittadina, l’Alassino d’oro. Proprio recentemente lo avevamo convocato nel palazzo comunale per i sessant’anni della Polizia Municipale della nostra città. Per lui avevo una grande stima per il suo lavoro, ma soprattutto un grande affetto. Gli siamo riconoscenti per ciò che ha fatto per la Città di Alassio. Una figura importante che purtroppo non c’è più, lascia un grande vuoto, mancherà molto”. Grande cordoglio e stima anche da parte della stampa: “Resterà a lungo tra noi- ha scritto il giornalista Luciano Corrado- nei nostri cuori, nella dovuta riconoscenza. Non solo Alassio gli deve gratitudine e riconoscenza. Una figura che ha insegnato la pratica della rettitudine e della professionalità. Gran signore, fedele servitore delle istituzioni e dei cittadini, senza distinzioni. Ha retto il comando della Polizia municipale, attraversando immancabili momenti difficili, senza venire meno al dovere e all’indipendenza di chi indossa la divisa e riveste un ruolo di massima responsabilità. Ha fatto scuola a molti agenti e graduati, non solo promuovendo corsi di formazione, convegni: era un faro a cui ispirarsi. Sapeva dare autorevolezza al Corpo dei Vigili Urbani. Capace di superare anche le difficoltà più scivolose e mai sopra i toni o a sgomitare per emergere. Un comandante che sapeva affrontare con saggezza e competenza le situazioni più difficili. La sua ideologia era il senso del dovere e spirito di servizio. La legge era il suo Vangelo”.
Commozione e cordoglio anche per l’attuale Comandante della Polizia locale alassina: “Caro Tindaro- ha scritto Francesco Parrella- tu sei stato tutto quello che era possibile essere ricoprendo quel ruolo. Sarà ancora più difficile adesso andare avanti senza il tuo sostegno, la condivisione delle scelte importanti, il confronto sulle prospettive di un Ufficio e di un lavoro in continua evoluzione. Noi stiamo piangendo ma siamo ben consci che se ogni mattina ad Alassio i nostri Agenti continuano a vestire la nostra uniforme con grande motivazione ed orgoglio è soprattutto per merito di ciò che hai creato tu, in 34 anni di onorato, instancabile e inarrivabile servizio. Grazie per il bene che mi hai voluto e per la grande stima che mi hai sempre dimostrato: la nostra Storia, la Storia del nostro Corpo, lunga 60 anni, da oggi avrà la sua Leggenda. Ciao Comandante”.
Uomo di grande cultura e generosità, nella vita ha meritato dalla società civile riconoscenza ed ammirazione. E’ stato un punto di riferimento ed una guida a cui ispirarsi, circondato dalla sincera stima e dall’affetto di coloro che l’hanno conosciuto.
La nostra redazione si unisce al dolore di coloro che ha lasciato: la moglie Caterina, maestra in pensione, i figli Gabriele, insegnante ed Angelo, oggi imprenditore agricolo, ma in passato uno dei più promettenti e validi giornalisti del Decimonono, la nuora Silvia, i cognati Franca e Vittorio, i nipoti oltre a parenti e amici. Tindaro ora riposa nel cimitero di San Damiano a Stellanello nella tomba di famiglia.