“Oltre lo scivolo. Beni culturali ecclesiastici: dall’accessibilità all’inclusione”, la Diocesi di Albenga-Imperia a Firenze

Si è concluso il 13 maggio scorso a Firenze il convegno nazionale “Oltre lo scivolo. Beni culturali ecclesiastici: dall’accessibilità all’inclusione” che inaugura l’edizione 2023 delle Giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico, in pieno svolgimento su tutto il territorio nazionale. 

La diocesi di Albenga Imperia, rappresentata da Alma Oleari, Eleonora Devecchi e Roberta Bani, era presente con il progetto Mab “Nati per conoscere” progetto educativo promosso da Museo, Archivio e Biblioteca diocesana rivolto ai ragazzi di ADSO Albenga, associazione che si occupa della qualità di vita delle persone Down in ambito sociale, abitativo e lavorativo, e ai ragazzi dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Albenga, ragazzi di origine straniera che stanno imparando la nostra lingua e cercano di integrarsi nel contesto lavorativo e culturale di Albenga e zone limitrofe. Il percorso finanziato dalla CEI vede lo svolgersi di 6 incontri per istituto culturale durante i quali i pubblici coinvolti avranno la possibilità di indagare il territorio e di fare esperienza di integrazione.

È stato molto emozionante condividere questo progetto a lungo desiderato e progettato che finalmente si sta concretizzando e che ci permette di leggere il nostro patrimonio con occhi nuovi.

Tutta l’esperienza del Convegno,condivisa con le altre diocesi, ci ha permesso di riflettere su come l’accessibilità dei luoghi di cultura sia un punto cardine della mission degli stessi. Punto al quale tendere sempre più per arrivare dalla fruizione all’inclusione.Un’esperienza di Chiesa che ci ha formati e ha aperto molte porte e idee per il futuro.

Durante le due giornate si sono alternati momenti più teorici, dove si è ampiamente parlato di accessibilità fisica, culturale, educativa, a momenti di laboratorio e di testimonianze vive e concrete a cui ispirarsi e di cui fare tesoro.

Toccare con mano percorsi di inclusione, progetti che hanno al centro la persona e il patrimonio hanno arricchito enormemente il nostro bagaglio culturale, professionale e umano.

Chiudiamo questo racconto con una frase di Paul Gabriel Weston “Siamo tutti speciali, quindi l’inclusione ci riguarda”

L’inclusione è per tutti, ognuno si deve sentire interpellato e chiamato in causa, ognuno deve sentirsi incluso.

Ora non ci resta che continuare a lavorare in questa direzione cercando di accogliere sempre nuove sfide e superando ogni barriera, fisica culturale e cognitiva.

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