A Sanremo un fine settimana di formazione per scoprire premesse e cuore dell’educazione popolare

A Sanremo un fine settimana di formazione per scoprire premesse e cuore dell’educazione popolare

L’Associazione Popoli in Arte di Sanremo, in collaborazione con Studio Kappa di Asti e ACLI della provincia di Imperia, propone sabato 17 (dalle 14.30 alle 18.30) e domenica 18 giugno (dalle 9.00 alle 18.00) a Sanremo, presso Villa Magnolie vie delle Magnolie, un fine settimana di formazione per scoprire premesse e cuore dell’educazione popolare come strumento di lettura del mondo e trasformazione sociale. 

L’educazione popolare è oggetto e metodo del corso al tempo stesso. Il corso mette a punto soprattutto la relazione possibile con il territorio in cui un singolo o un’associazione opera. I destinatari del corso sono in modo particolare volontari di associazioni qualunque ruolo occupino dentro le loro organizzazioni, educatori/educatrici, operatori del sociale, insegnanti, insomma tutti coloro che abbiano a che fare con la cura della persona, degli animali, della terra. 

Sarà formatrice Anna Maria Zumbo, attiva da moltissimi anni nel campo e co-fondatrice di Popoli in Arte. 

“Popoli in Arte invita calorosamente a venire a conoscersi perché ragionare sull’approccio con cui si opera nel sociale non è indifferente sulla direzione e sugli effetti delle nostre pratiche. Il nostro impegno è per un approccio il più possibile trasformativo delle strutture di ingiustizia che comunemente incontriamo e sperimentiamo”.

Il contributo di partecipazione è € 25 a persona. 

Per informazioni telefonare al 340 3509245 (Maria Paola Rottino)

L’Associazione “Popoli in Arte” opera sia attraverso attività di formazione sia attraverso l’impegno vero e proprio per promuovere una maggiore giustizia sociale come orizzonte ultimo in determinati contesti specifici in Italia e all’estero.

Quando fa formazione, diffonde il metodo dell’educazione popolare in cui confluisce prima di tutto il pensiero di Paulo Freire e il pensiero di Augusto Boal inventore del Teatro dell’Oppresso, ma anche approcci democratici e progressisti all’educazione come quelli di Danilo Dolci e di don Milani.Quando si impegna, di volta in volta, in contesti specifici in base a scelte e/o ai mille casi degli incontri della vita, apre collaborazioni e supporti a gruppi “oppressi”, entrando a far parte di quelle storie. Le collaborazioni evolvono secondo il ritmo della vita e non nella logica del progetto in scambi alla pari con le controparti.“Popoli in Arte” cerca e attiva rapporti orizzontali.