Marinerie liguri sul piede di guerra contro la Ue
Nella cornice della Darsena di Genova (all’altezza del Mercato dei pescatori) si è svolta la manifestazione contro il Piano di azione dell’UE che ha visto coinvolte tutte le principali associazioni e sigle sindacali del settore ittico, che ha visto, accanto a Coldiretti Impresa Pesca, anche Agci Agrital, Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare, Coldiretti Impresapesca, Federpesca, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca.
L’obiettivo della protesta è ancora una volta la salvaguardia di un settore che garantisce sicurezza alimentare e un approvvigionamento equo, salutare e sostenibile di prodotti ittici freschi e con alti standard di qualità, che rispettano le regole di tracciabilità e certificazione europea. La mobilitazione punta anche ad assicurare un futuro a migliaia di lavoratori, cooperative, imprese, famiglie e territori.
“L’obiettivo della Commissione – spiegano di concerto i rappresentanti delle associazioni e dei sindacati, con Daniela Borriello (Rappresentante regionale Coldiretti Impresa Pesca per la Liguria) in prima linea – è quello di eliminare gradualmente la pesca a strascico: un’idea totalmente ingiustificata e basata su pareri scientifici non oggettivi, oltre che una politica assolutamente miope per garantire l’approvvigionamento alimentare dei Paesi Ue”.
La giornata di oggi “rappresenta un’importante momento di mobilitazione in tutta Italia – continuano – finalizzato a far sentire il supporto del settore al Governo italiano in vista del Consiglio Agrifish previsto a Bruxelles il 26 e 27 giugno, ma è anche un modo per ribadire ancora una volta la contrarietà dell’Italia a questa proposta che vuole condannare il Belpaese alla totale dipendenza dalle importazioni di prodotti ittico, non considerando l’impatto socio-economico di tali politiche sul settore”.
In Liguria la pesca a strascico è esercitata in modo artigianale, con battute di pesca giornaliere con un’alta selettività. Ricordiamo, ad esempio, i famosi gamberi viola di Sanremo e Santa Margherita Ligure, il cui approvvigionamento è già messo a forte rischio da una politica comunitaria che non tiene in debito conto delle specificità. Per il nostro territorio regionale, a forte trazione turistica, sarebbe un duro colpo non avere più prodotti ittici pescati in Liguria da questi pochi pescatori che sono sopravvissuti fino ad ora perché animati da una forte passione ed amore per il loro lavoro. “In Italia – incalzano i rappresentanti del settore – la pesca a strascico rappresenta il 20% della flotta totale peschereccia, con 2088 unità, circa 7000 lavoratori, il 30% degli sbarchi e il 50% dei ricavi. Un settore che, in Europa, rappresenta il 25% degli sbarchi totali di prodotti ittici e il 38% dei ricavi, con oltre 7000 imbarcazioni”. Senza dimenticare che “in Liguria le imbarcazioni a strascico sono circa 80 – aggiungono Daniela Borriello (Coldiretti Impresa Pesca Liguria), Augusto Comes (Confcooperative FedAgriPesca Liguria) e Lara Servetti (Legacoop Liguria Agroalimentare) – una flotta che è destinata a dimezzarsi nel giro di pochi anni per una politica comunitaria scellerata”.
Il Piano promosso dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, prevede una forte limitazione della pesca a strascico in tutta Europa entro il 2030 e propone la creazione di ulteriori aree marine protette, senza considerare l’impatto sociale ed economico su imprese, lavoratori, territori e basandosi su dati scientifici non aggiornati e accurati. “Una politica che – denunciano associazioni e sindacali di settore – ci porterà alla totale dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici. Senza dimenticare che lo smantellamento della pesca a strascico causerebbe anche un aumento delle importazioni da Paesi in cui la pesca non rispetta la nostra legislazione in materia di ambiente, sicurezza e lavoro”.