Consegnata la Fionda di Legno a Leonardo Pieraccioni

Consegnata la Fionda di Legno a Leonardo Pieraccioni

La Fionda e il Ciclone, Antonio Ricci ha premiato al cinema teatro Ambra di Albenga Leonardo Pieraccioni: «Mi unisce ad Albenga e ai Fieui quella santa bischeraggine che mi ha spinto nella vita a fare questo mestiere, per far ridere il pubblico». Ricci va subito a segno criticando certe ipocrisie e malcostumi del nostro tempo, che dilagano talvolta a dismisura alimentati dai social e l’occasione è la manifestazione organizzata dai Fieui di caruggi dal 2007. Un premio che ricorda la ribellione scoppiata contro i francesi nel 1798 ad Albenga. Lo strumento di gioco e di rivolta è diventato un simbolo di lotta contro le ingiustizie a favore dei più deboli. Quest’anno il gruppo ha pensato a una fionda «leggera e scanzonata, vicina allo spirito originario dei Fieui di caruggi, ma sempre all’insegna della solidarietà».

Le motivazioni del premio a Pieraccioni: la «comicità garbata, gentile ma sempre pungente» e l’«impegno solidale»
Perché si è deciso di premiare con la Fionda di Legno 2025 l’attore e regista Leonardo Pieraccioni? «Per la comicità garbata e gentile, ma sempre pungente, depurata da volgarità pesanti, arguta ed efficace. Per avere mantenuto, anche dopo i grandi successi cinematografici (e i vari premi), impronta e stile semplici portando sullo schermo l’esistenza quotidiana di paese con spirito genuino, goliardìa e spontaneità – viene spiegato sul palco –. Per avere sempre posto in primo piano, soprattutto nella vita reale, la vera amicizia e l’attaccamento alla terra natale, valori su cui noi Fieui di caruggi troviamo il senso profondo dell’esistenza».
Il Premio Fionda di Legno è stato consegnato da Ricci a Pieraccioni «per la generosa disponibilità e partecipazione a vari tipi di iniziative benefiche, dal sostegno ai piccoli pazienti dell’Ospedale Meyer di Firenze al supporto alle iniziative di Cure2Children a favore dei bimbi colpiti da tumore o per avere contribuito alla costruzione di scuole in Sierra Leone tramite la Onlus Solidarietà in buone mani. Sempre con la consapevolezza che “ogni occasione è buona per aiutare un bambino”». Insomma una fionda ben meritata «perché te tu sei e sempre fosti, come direbbe lo Sommo Poeta, un autentico monellaccio dei vicoli!!!», è l’irresistibile conclusione, tra gli applausi.
Questo è il senso del premio 2025 al regista-attore toscano: «Il mondo di oggi vive giornate drammatiche: guerre, odio, minacce, terrorismo, violenza ovunque. Abbiamo voluto una pausa fatta di sorrisi, battute, complicità. Di vita quotidiana, di piccoli paesi, di comunità, di amicizia e condivisione» hanno spiegato i Fieui capitanati dall’instancabile Gino Rapa. La Fionda è stata realizzata dal maestro del legno Andrea Zanini, un artista-filosofo che da un decennio scolpisce il premio ligure. Mario Mesiano ha condotto l’evento cui hanno partecipato altri mattatori della manifestazione come Franco Fasano e Mauro Vero.

«Mi aspettavo una chiamata per l’Oscar a dire il vero, oppure quella di Antonio Ricci per mettere la Fionda accanto ai David di Donatello che ho rubato alla Cortellesi» ha scherzato Pieraccioni, che poi ha aggiunto: «Passeggiando per Albenga e visitando la sede dei Fieui ho visto una grande energia e una gran voglia di divertimento. Mi unisce a loro quella santa bischeraggine che mi ha spinto nella vita a fare questo mestiere, la voglia e la passione di far ridere la gente e il pubblico».
E sull’amicizia con Ricci, che ha voluto Pieraccioni anche per la conduzione di Striscia la Notizia con Massimo Ceccherini, ha ricordato: «Mi ricordo una mia esibizione a Loano, ad una rassegna di cabaret, quando ero proprio agli inizi, andò malissimo e lui era tra gli spettatori!» ha ricordato col sorriso. «Credo che la sua principale innovazione sia stata nel format, nell’aver cambiato il racconto della comicità, in tempi più stretti e quindi con contenuti diversi» ha poi sottolineato il regista de I Laureati, Il ciclone, Il pesce innamorato, Il principe e il pirata, Io & Marilyn, Pare parecchio Parigi, nonché sceneggiatore di tanti altri titoli tra cui Io e te dobbiamo parlare (con l’ex conduttore di Striscia Alessandro Siani, che firma la regia). Opere che sono «un alternarsi di romanticismo, aspetti surreali, comicità, riflessioni malinconiche», come ha scritto il gruppo di Albenga.

L’albo d’oro: la Fionda di Legno da Antonio Ricci nel 2007 a Leonardo Pieraccioni nel 2025

2007 Antonio Ricci
2008 Balbontin–Ceccon– Casalino
2009 Fabrizio De André
2010 Paolo Villaggio
2011 Milena Gabanelli
2012 Roberto Vecchioni
2012 bis Don Gallo
2013 Carlìn Petrini
2014 Don Mazzi
2015 Fiorella Mannoia
2016 Javier Zanetti
2017 Brunello Cucinelli e I Nomadi
2018 Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno
2018 bis Enrico Brignano
2019 Don Ciotti
2020 Antonio Albanese
2021 Eroi del Covid
2022 Sigfrido Ranucci
2023 Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti
2024 Caterina Caselli e Anna Foglietta
2025 Leonardo Pieraccioni

Come è nata la Fionda di Legno: la battaglia di Ricci contro la speculazione edilizia
La Fionda di Legno è nata da Antonio Ricci: cioè se è pur vero che è lui il primo a essere premiato, è ancor più vero che è stata la sua battaglia in difesa di Albenga a dare origine a tutto quanto. Accadde perché un giornale locale descrisse in termini idilliaci un mega progetto che avrebbe innalzato torri alte 80 metri nel cuore della cittadina medievale, un fazzoletto di 200 metri quadrati. «Siena ha le Torri del Mangia, Albenga avrà le torri del Mangia Mangia», scrisse l’autore e scrittore originario del paese ligure.
Ricci condusse con Striscia la notizia e a livello personale una campagna su più fronti di comunicazione contro il progetto firmato dall’archistar Guillermo Vázquez Consuegra. Con il tg satirico scesero in campo il Fai, Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio. La colata di cemento fu respinta e da allora la cittadina ligure ha preso ancor più consapevolezza del valore dei suoi tesori storici e rafforzato il senso di comunità.
La Fionda è il simbolo che premia chi ha avuto il coraggio di sfidare malcostume e perbenismo. E adesso all’uscita dell’autostrada c’è una rotonda con le statue di due ragazzini e una bambina: uno di loro “ha in mano una fionda ed «è in procinto di lanciare un sasso nella direzione in cui erano previsti i mostri di cemento» come ricorda Antonio Ricci in uno dei suoi libri, Me tapiro.

Fonte https://www.striscialanotizia.mediaset.it/