
Al via un progetto per sostenere la pesca locale
La piccola pesca locale soffre di assenza di ricambio generazionale, invecchiamento della flotta, concorrenza con altri sistemi di pesca tra cui quella ricreativa. Eppure è un’attività che è nata con l’uomo e che ancora oggi rappresenta il 50% degli occupati e il 60% della flotta da pesca. Proprio per valorizzare un comparto che ha un fortissimo legame con il territorio, ma che è a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale, è nato il progetto Core, che sta per Competitività e Resilienza delle imprese della piccola pesca.
Il progetto è finanziato dal Programma Interreg Italia Francia Marittimo 2021-2027 con 1,5 milioni euro, ed è stato ufficialmente lanciato durante il Salone Nautico Internazionale di Genova in presenza dei partner che lo realizzeranno: cinque italiani (Camera di Commercio di Genova, che è capofila; Coldiretti Liguria, Coldiretti Toscana, FlagNordSardegna e Stazione Zoologica Anton Dohrn) e tre francesi (Conséil Dépt. Var; Comité Départemental des Pêches Maritimes et des Élevages Marins Alpes Maritimes; Office National Biodiversité – Parc Naturel du Cap Corse).
L’obiettivo dei team di Italia e Francia è di creare un modello condiviso di gestione e valorizzazione della piccola pesca dove gli operatori del settore saranno costantemente coinvolti.
«La piccola pesca rappresenta il 15% dello sbarcato in peso e il 20% sbarcato in valore ed è presente in tutti i luoghi e le piccole comunità costiere − spiega Paolo Sartor, ricercatore del consorzio per il centro interuniversitario di biologia marina ed ecologia applicata − un legame quindi con il territorio, con la tradizione, la cultura, utilizza molti attrezzi con proprie caratteristiche sulla base delle specie bersaglio e delle aree di pesca, ha un moderato impatto ambientale a elevata selettività ed è resiliente rispetto ai cambiamenti ambientali. Tuttavia tra le debolezze c’è per esempio una filiera non efficiente che non valorizza il pescato in termini di filiera corta e poi c’è il problema della conoscenza: dati scarsi e frammentari e uno stock assessment poco valorizzato».
Grazie a Core si potranno aumentare le conoscenze, integrare la raccolta dati comunitaria con monitoraggi specifici, superare le specifiche criticità e promuovere attività di pesca speciali attraverso piani di gestione locali, attuare iniziative di co-gestione. Parte integrante del progetto sarà anche aumentare l’informazione nei confronti del consumatore, ma anche attuare le attività di formazione per rendere il lavoro attrattivo per i giovani. Previsto anche un concorso di idee tra studenti italiani e francesi.
Il progetto ha preso il via ufficialmente il primo febbraio 2025 e durerà 36 mesi. Il budget è di 1.568.611 milioni.
«Già dagli anni Novanta − spiega Sartor − la comunità scientifica dice che la pesca artigianale è l’unico settore su cui si deve investire e che ha le potenzialità per il futuro, eppure la politica comune della pesca non ha ancora dedicato sufficiente attenzione alla pesca artigianale. Bisogna far sì che finalmente venga messo in luce questo potenziale che non è ancora sfruttato».
Core è un “unicum” nella programmazione dell’Interreg Marittimo: con questo progetto i partner vogliono introdurre alcune soluzioni pratiche e innovative per mantenere il settore della pesca attrattivo e competitivo sotto molteplici aspetti.
Su tutti, l’elaborazione, la sperimentazione e la validazione di una metodologia condivisa per poter impostare e redigere un Piano di Monitoraggio e Gestione della piccola pesca a livello transfrontaliero.
Massimiliano Spigno, membro della giunta della Camera di Commercio, spiega: «Sostenere la piccola pesca vuol dire avere ogni giorno il pesce dalle piccole realtà con una tradizione importante. Bisogna mettere insieme le buone pratiche come le sinergie tra istituti alberghieri, istituti nautici grazie al contributo dell’Ufficio Scolastico Regionale per far conoscere la professione del pescatore, conoscere i pesci e anche come si cucinano».
Non è un caso che il progetto si leghi al marchio Genova Liguria Gourmet (che consentirà di avvicinare i pescatori alla ristorazione di qualità) e a Gal fish, accordo di partenariato pubblico/privato il cui obiettivo è quello di sostenere le strategie di sviluppo locale legate alla pesca.
L’intento è anche creare un ricettario che unisca le tradizioni gastronomiche costiere alla produzione di un vademecum specifico destinato al consumatore finale per renderlo consapevole verso il consumo stagionale e dedicato, in collaborazione con Fao e Sinu (Società italiana di nutrizione umana) per la diffusione di buone pratiche alimentari in merito alla sostenibilità a tavola.
Prevista anche la redazione di un glossario in doppia lingua sulle terminologie specifiche del settore della piccola pesca locale, a una serie di azioni divulgative sulle attività di pescaturismo e ittiturismo nell’area francese, dove queste possibilità imprenditoriali non vengono ancora sviluppate, sino all’introduzione di soluzioni digitali per la gestione dei processi di trasformazione e innovazioni nelle modalità di vendita del pescato.