La Liguria si conferma un’area di controtendenza positiva nel panorama occupazionale italiano

La Liguria si conferma un’area di controtendenza positiva nel panorama occupazionale italiano

La Liguria si conferma un’area di controtendenza positiva nel panorama occupazionale italiano, registrando per il quarto anno consecutivo una marcata diminuzione del fenomeno della disoccupazione di lunga durata. I dati Eurostat (Ufficio Statistico dell’Unione Europea) certificano che il numero di persone in cerca di lavoro da almeno dodici mesi si è quasi dimezzato in soli tre anni, un segnale robusto di dinamismo del mercato del lavoro regionale. Al 31 dicembre 2024, i liguri di età compresa tra i 15 e i 74 anni classificati come “disoccupati di lunga durata” sono scesi a 14.600. Si tratta di una riduzione significativa rispetto ai 27.500 registrati nel 2021. Nel 2024 erano 14.600; nel 2023 19.500; nel 2022 20.500; nel 2021 27.500. Questo trend si riflette direttamente sul tasso percentuale rispetto alla popolazione in età lavorativa (oltre 663 mila persone in Liguria), che è crollato in maniera costante: 2024: 2,2%; 2023: 2,9%; 2022: 3,1% e 2021: 4,3%. La discesa di ben 2,1 punti percentuali dal 2021 al 2024 indica un’efficace ricollocazione dei lavoratori che erano rimasti ai margini del mercato per periodi prolungati. Con un tasso del 2,2% nel 2024, la Liguria si posiziona come l’undicesima Regione italiana con il tasso di disoccupazione di lunga durata più basso. La regione supera diverse aree del Centro-Nord, tra cui il Piemonte (2,4%) e il Lazio (3,1%), dimostrando una migliore capacità di assorbire la forza lavoro inattiva di lungo corso. La Liguria è ben lontana dalle realtà con le maggiori difficoltà occupazionali, come la Campania (9,9%), la Calabria (8,3%) e la Sicilia (8%), che si confermano le Regioni con il tasso più elevato. D’altra parte, il dato ligure si allinea alle performance positive del Nord Italia, sebbene rimanga leggermente superiore ai “campioni” di occupazione come il Veneto (0,9%), la Lombardia (1,3%) e la Provincia autonoma di Trento (0,7%). La costante diminuzione del dato non solo migliora la qualità del mercato del lavoro ligure, ma allenta anche la pressione sociale e la dipendenza da ammortizzatori, rappresentando un fattore chiave per la crescita economica e la stabilità sociale della Regione.