Al Galliera di Genova attività musicali per le mamme in gravidanza
Al Galliera le mamme in gravidanza hanno la possibilità di partecipare a un’attività musicale pensata per accompagnarle lungo tutto il periodo in cui si svolgono i corsi preparto.
Si tratta di un’iniziativa unica in Liguria, che offre alle future mamme un’occasione per lavorare sul proprio corpo e sulla propria respirazione attraverso la musica.
I benefici dell’attività sono molteplici:
– Favorire la percezione del bambino come soggetto di una relazione, già capace di ricevere e di dare;
– Far sperimentare alla madre, già nel periodo prenatale, la propria funzione di contenimento emotivo e di cura;
– Promuovere una respirazione naturale, ampia e libera e una postura che, nell’emissione vocale, distende le tensioni del canale vaginale mantenendo il tono muscolare.
Imparare una nenia ripetitiva, scandita dal ritmo del cuore, permette inoltre di acquisire uno strumento utile durante il travaglio, aiutando a vivere quelle ore con maggiore consapevolezza.
L’offerta di ascolto e pratica musicale si basa sulla Music Learning Theory. ideata da Edwin E. Gordon (South Carolina University, USA), fondata su oltre cinquant’anni di ricerche e osservazioni.
“È nostra profonda convinzione – sottolinea Massimo Mazzella direttore Dipartimento Materno infantile – che il parto non è un semplice atto medico né un momento da gestire esclusivamente secondo protocolli clinici. È prima di tutto un’esperienza profonda che coinvolge la donna nella sua totalità fisica, emotiva e identitaria. Ben vengano quindi iniziative come questa che aiutino a restituire alle donne centralità, dignità, autonomia e voce in uno degli eventi più significativi della vita”.
“La centralità della donna nel parto ha ricadute che vanno oltre il momento della nascita – dice Chiara Canova, coordinatrice Ostetricia -. Un’esperienza rispettosa e positiva favorisce il benessere psicologico materno, rafforza il legame madre-bambino e contribuisce a una genitorialità più consapevole. Mettere la donna al centro dell’evento parto significa, in definitiva, promuovere una visione della nascita come esperienza di potere, trasformazione e profonda umanità”.
Dal punto di vista organizzativo l’attività prevede un incontro mensile articolato su due turni di un’ora ciascuno, per un massimo di sei donne per gruppo. L’incontro è composto da una fase teorica introduttiva sulla valenza della musica in gravidanza per madre e bambino, seguita da una fase pratica.
Durante la parte pratica vengono proposti esercizi che favoriscono la respirazione diaframmatica, l’appoggio a terra e il rilassamento attraverso l’emissione vocale.
Gli incontri sono condotti da insegnanti abilitate presso i corsi AIGAM, (Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale), corso riconosciuto dal MIUR che forma all’insegnamento della musica per la fascia da 0-6 anni e per le mamme in gravidanza.
“Negli incontri che teniamo – spiegano Federica di Maio e Maddalena Romanengo, musiciste e insegnanti formate secondo la Music Learning Theory di Edwin Gordon – vogliamo far sperimentare il linguaggio della musica come continuum nel rapporto tra madre e nascituro prima e dopo il parto. La musica diventa uno strumento per favorire una respirazione ampia e profonda, utile durante il travaglio e il parto; un arricchimento dell’ “universo sonoro” materno, secondo la definizione dell’utero di A. Tomatis; e un veicolo di emozioni e “affetti” che spesso restano inespressi. La musica può così diventare uno straordinario strumento di benessere e comunicazione”.
Per emettere la propria voce e farla risuonare nel corpo è fondamentale lavorare sul peso, sull’appoggio e sul respiro: aspetti che assumono grande valore simbolico rispetto all’esperienza del parto.
Percepire le reazioni del feto in utero durante il canto, immaginandone la posizione, le sensazioni, le preferenze sonore, permette alla madre di tenere in mente il bambino come un soggetto con cui entrare in relazione già durante la vita prenatale, favorendo un riconoscimento reciproco nel momento della nascita.
L’ascolto e la pratica musicale arricchiscono inoltre “l’universo sonoro” nell’utero materno, che rappresenta per il feto una fonte primaria di stimoli vibro-tattili e, successivamente, acustici.
Il canto, infine, libera endorfine, favorisce la respirazione e permette di sperimentare una condizione condizione posturale e vocale che distende le tensioni del canale vaginale, mantenendo al tempo stesso un adeguato tono muscolare.