Senza catene: liberarsi dalle relazioni tossiche con Roberta Bruzzone a Loano

Senza catene: liberarsi dalle relazioni tossiche con Roberta Bruzzone a Loano

A Loano, il 9 ottobre, si terrà una conferenza dedicata alla manipolazione affettiva e agli stereotipi di genere nelle relazioni, con particolare attenzione ai giovani. L’incontro, rivolto principalmente agli studenti delle scuole superiori ma aperta a tutta la cittadinanza, avrà come relatrice Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense, che interverrà sul riconoscimento e la prevenzione delle dinamiche tossiche nelle relazioni affettive. L’iniziativa è promossa dal Comune di Loano in collaborazione con il Mondadori Bookstore, l’istituto Falcone e il workshop The Overpass di Alessandro Gimelli.

La conferenza di Roberta Bruzzone | La conferenza, ospitata al PalaGarassini a partire dalle ore 10, si propone di indagare i meccanismi di controllo e manipolazione che possono caratterizzare i rapporti sentimentali, con un focus sugli stereotipi di genere che ancora influenzano le aspettative e i comportamenti. Come ha evidenziato Roberta Bruzzone, “le catene più pesanti non sono quelle di ferro, ma quelle invisibili fatte di manipolazione, ricatto emotivo e stereotipi di genere”. L’incontro mira a offrire agli studenti strumenti concreti per riconoscere segnali di allarme come il love bombing, il gaslighting e il controllo ossessivo, oltre a fornire indicazioni su come chiedere aiuto e preservare la propria autonomia emotiva.

Le dinamiche relazionali insidiose | Nel corso della conferenza verranno approfonditi i modelli relazionali disfunzionali che spesso si mascherano dietro l’idea distorta dell’amore. Si discuterà di come certe rappresentazioni, quali il “principe azzurro” o la “brava ragazza che deve sopportare”, alimentino una cultura che tollera o giustifica comportamenti lesivi. Le conseguenze psicologiche di tali relazioni, tra cui ansia, isolamento e perdita di autostima, saranno messe in rilievo, così come l’importanza di un’educazione emotiva che consenta di intervenire tempestivamente.
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Il contributo di Roberta Bruzzone al dibattito attuale | La figura di Bruzzone, riconosciuta per il suo impegno nell’ambito della criminologia e della psicologia forense, arricchisce l’iniziativa con la sua esperienza in casi di cronaca e nella divulgazione. Come hanno ricordato il sindaco di Loano, Luca Lettieri, e la presidente del consiglio comunale, Monica Caccia, la dottoressa è “presidente dell’Accademia Internazionale delle Scienze Forensi” e docente in numerose istituzioni accademiche, con una produzione letteraria significativa sui temi della violenza e della manipolazione affettiva. La sua collaborazione con programmi televisivi e progetti culturali, come “Nella mente di Narciso”, testimonia un approccio interdisciplinare volto a diffondere consapevolezza.

Riflessioni e implicazioni educative | Il preside dell’istituto Falcone, Mosè Laurenzano, ha fatto presente che l’incontro rappresenta un momento di riflessione necessario per gli studenti, chiamati a confrontarsi con modelli relazionali spesso permeati da stereotipi e dinamiche di controllo. Ha sottolineato come “la scuola deve farsi presidio educativo e culturale” per fornire strumenti di lettura critica della realtà. Secondo quanto afferma, è fondamentale riconoscere e decostruire le modalità di manipolazione che possono condurre a relazioni distruttive, offrendo ai giovani la capacità di distinguere rispetto e gentilezza da comportamenti abusanti.

Per una alfabetizzazione emotiva | La conferenza si configura come un’opportunità per promuovere un’alfabetizzazione emotiva autentica, capace di superare stereotipi radicati e di valorizzare la libertà affettiva come diritto. Come argomenta Bruzzone, è importante “accogliere e riconoscere quei segnali di pericolo e affidarsi a un professionista competente”, lavorando sulle proprie fragilità e apprendendo a riconoscere relazioni tossiche prima che gli effetti diventino irreversibili. L’evento intende dunque offrire strumenti concreti per una presa di coscienza che non si limiti a un livello teorico, ma che favorisca un cambiamento reale nelle modalità con cui i giovani si rapportano all’altro.