Nel 2025 in Liguria è proseguita la debole crescita registrata nell’anno precedente
Nel 2025 in Liguria è proseguita la debole crescita registrata nell’anno precedente; secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nel primo semestre il prodotto è aumentato dello 0,6 per cento.
In base al sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi (Sondtel) condotto dalla Banca d’Italia, nei primi tre trimestri dell’anno la produzione industriale (approssimata dal numero delle ore lavorate) è aumentata moderatamente, mentre il fatturato e le quantità vendute sono rimasti pressoché stabili; anche gli investimenti attesi per il 2025 dovrebbero attestarsi sugli stessi livelli del 2024. Le previsioni a breve termine degli operatori, su cui incidono elevati margini di incertezza, sono improntate a prudenza.
L’attività edilizia ha rallentato ulteriormente, anche se il comparto ha continuato a trarre vantaggio dall’avanzamento dei lavori relativi alle principali opere pubbliche, finanziati anche con le risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nel settore immobiliare sono aumentate le transazioni sia nel comparto abitativo sia in quello non residenziale.
Secondo il sondaggio della Banca d’Italia, nel complesso del terziario il fatturato delle imprese è cresciuto leggermente. Nei primi sette mesi del 2025 le presenze turistiche si sono innalzate di poco rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno: il lieve calo registrato nella componente straniera è stato più che compensato dall’incremento in quella domestica. Il numero dei passeggeri in transito nei porti regionali è salito, grazie al segmento delle crociere. Il traffico commerciale marittimo espresso in tonnellate è diminuito, mentre il numero dei container movimentati ha continuato a crescere.
La situazione economico-finanziaria delle imprese è rimasta favorevole: oltre i quattro quinti delle aziende liguri prevedono di conseguire un utile nel 2025 e la liquidità, sebbene in leggero calo rispetto allo scorso anno, si è mantenuta su livelli elevati nel confronto storico. In un contesto caratterizzato dalla riduzione dei tassi di interesse, nei primi sei mesi dell’anno la domanda di nuovi prestiti si è rafforzata e i finanziamenti al comparto produttivo hanno ripreso ad aumentare. Con riferimento alla capacità di rimborso delle imprese, il flusso di nuove posizioni che presentano anomalie nei pagamenti è rimasto invariato, mentre la rischiosità dei crediti non deteriorati è migliorata.
Dopo la stabilizzazione registrata nel 2024, il numero degli occupati è tornato a espandersi, in particolare nella componente femminile e negli indipendenti. Le attivazioni di nuove posizioni lavorative alle dipendenze sono aumentate leggermente: l’incremento ha riguardato soprattutto i contratti a tempo indeterminato e i lavoratori più giovani. Il numero delle persone in cerca di lavoro ha continuato a diminuire, contribuendo a determinare una riduzione del tasso di disoccupazione; il ricorso alle forme di integrazione salariale è risalito, pur mantenendosi su livelli bassi nel confronto storico.
La crescita degli occupati ha sostenuto il reddito delle famiglie, il cui andamento ha favorito un moderato incremento dei consumi in termini reali, nonostante il leggero rialzo dell’inflazione. La domanda di nuovi prestiti si è rafforzata e i mutui per l’acquisto di abitazioni sono tornati ad aumentare; il credito al consumo ha continuato a crescere.
Nell’ambito del risparmio finanziario, i depositi di famiglie e imprese liguri si sono, nel complesso, stabilizzati: alla contenuta espansione dei primi è corrisposta una riduzione dei secondi. I titoli a custodia presso il sistema bancario, valutati ai valori di mercato, sono aumentati, riflettendo sia il rialzo delle quotazioni sia nuovi flussi di investimento.
“Il Pil ligure, nel primo semestre 2025, prosegue il suo percorso di crescita, facendo registrare un aumento dello 0,6 %. Si tratta di un dato significativo, soprattutto considerando una congiuntura economica complessa, tra tensioni internazionali, conflitti e incertezze” ha commentato il presidente della Regione Liguria Marco Bucci.
“Nonostante questo, l’economia della nostra regione registra segnali incoraggianti: in particolare i dati relativi al settore immobiliare confermano la capacità attrattiva del nostro territorio, come anche i dati relativi al turismo, vera e propria industria capace di generare lavoro e sviluppo”.
“Particolarmente importanti i risvolti legati alla blue economy, settore trainante dell’economia ligure, con passeggeri e container movimentati in crescita. Altrettanto in crescita è il numero degli occupati, altro elemento che conferma il buono stato di salute del sistema Liguria: nella nostra regione, inoltre, cala per il quarto anno consecutivo, secondo i dati Eurostat, il numero dei cosiddetti disoccupati di lunga durata, ulteriore segnale di vivacità del mercato del lavoro e dell’economia” ha concluso il governatore ligure.
Di diverso avviso il segretario del PD Liguria Davide Natale e il capogruppo del PD in Regione Armando Sanna: “Bucci deve aver letto male i dati oppure si accontenta di molto poco per la Liguria, se lo 0,6 di Pil per lui è ‘un dato significativo’ e indice di ‘crescita’. Lo 0,6 di Prodotto interno lordo, non è nulla. Siamo una regione economicamente ferma. Le politiche messe in campo dalla destra, alla luce di questi numeri, si confermano fallimentari. Bisogna sostenere le imprese attraverso investimenti in tecnologia, innovazione, infrastrutture, politiche per le famiglie e servizi. Serve creare lavoro di qualità in grado di offrire retribuzioni dignitose e capaci di attrarre e trattenere qui i nostri giovani. Bisogna fare delle Liguria una regione virtuosa. Solo quando ci saranno queste condizioni potremo avere uno sviluppo organico e guardare al futuro con più sicurezza. Questi dati ci dicono una cosa sola, che bisogna invertire la rotta”.