LIFE ELIFE: 6 anni per la conservazione di squali e razze, destinati a non esaurirsi con la fine del progetto

LIFE ELIFE: 6 anni per la conservazione di squali e razze, destinati a non esaurirsi con la fine del progetto

Il progetto LIFE ELIFE, avviato a fine 2019, è giunto a conclusione. L’obiettivo principale del progetto, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea, era migliorare la conservazione di alcune specie di elasmobranchi (squali e razze) nel Mar Mediterraneo, promuovendo pratiche di conservazione nel contesto della pesca professionale, attraverso azioni pilota e dimostrative messe in atto nei porti italiani, greci e ciprioti, con il coinvolgimento diretto dei pescatori.

Le specie prioritarie, considerate a rischio o fortemente minacciate, inserite nel progetto sono: lo squalo volpe (Alopias spp.), lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus) interessato anche da fenomeni di pesca illegale all’interno dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, lo squalo elefante (Cetorhinus maximus), lo squalo zigrino (Dalatias licha), il palombo (Mustelus spp.), la verdesca (Prionace glauca) e lo squalo mako (Isurus oxyrinchus).

Per coinvolgere il grande pubblico sui risultati del progetto e, ancora una volta, promuovere la conoscenza di questi pesci straordinari, spesso al centro di pregiudizi e disinformazione, è stato organizzato il webinar online “STORIE DI SQUALI. Comunicare la scienza per proteggere il Mar Mediterraneo”. L’appuntamento con il webinar è al link https://bit.ly/STORIEDISQUALI il 18 dicembre, alle ore 17.

Interverranno: Massimiliano Bottaro, ricercatore Stazione Zoologica Anton Dohrn e coordinatore del progetto LIFE ELIFE che aprirà il webinar esponendo la situazione degli elasmobranchi in Mediterraneo e racconterà il progetto; Lara Servetti, Responsabile Regionale Legacoop Agroalimentare Liguria che approfondirà il tema Squali a tavola: consumo, etichette e rischi nascosti; Bruna Valettini, biologa Acquario di Genova, che affronterà il legame Squali e Media: tra mito, paura e realtà. Concluderà Federica Barbera, Ufficio Aree protette e biodiversità Legambiente nazionale APS, con l’Importanza della divulgazione e del coinvolgimento delle comunità locali.

  • Obiettivo principale

LIFE ELIFE si è occupato di ricercare soluzioni per far fronte al declino delle popolazioni di squali e razze nel Mar Mediterraneo. Secondo la Lista Rossa IUCN, quasi la metà delle oltre 70 specie di elasmobranchi del Mediterraneo è minacciata. Oltre all’impoverimento ambientale degli ecosistemi costieri e all’inquinamento, una delle maggiori cause di questa emergenza è dovuta alle catture accidentali che si verificano durante le operazioni di pesca professionale.

In considerazione di ciò, sono stati sperimentati attrezzi da pesca innovativi e selettivi per la pesca a strascico e per la pesca con i palangari. Per quanto riguarda la pesca a strascico, l’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine (IRBIM) del CNR di Ancona ha testato due dispositivi “escludi-squali”, montati prima del sacco della rete: una griglia rigida in alluminio, il SED (Shark Excluder Device/dispositivo di esclusione per squali) e una griglia flessibile in plastica ad alta resistenza (Flexgrid).

Le sperimentazioni in mare hanno coinvolto 9 pescherecci e circa 40 pescatori, e si sono svolte in diverse stagioni e nelle seguenti marinerie: Chioggia, Porto Garibaldi, San Benedetto del Tronto, Mazara del Vallo e Lampedusa.

I risultati dei test hanno dimostrato la potenziale efficacia di queste griglie nel prevenire la cattura di squali di grandi dimensioni, senza compromettere significativamente le catture commerciali. Inoltre, le griglie hanno contribuito a ridurre l’ingresso di rifiuti marini nelle reti, migliorando così la qualità del pescato commerciale.

I test hanno permesso di rilevare anche la presenza di potenziali aree di aggregazione-nursery per il gattuccio (Scyliorhinus canicula) e il palombo (Mustelus mustelus) nell’Adriatico centrale.

Inoltre, è stato avvistato lo squalo angelo (Squatina squatina) che si riteneva scomparso nel Mar Adriatico.

Per quanto riguarda la pesca con il palangaro (lunga lenza, con inseriti ad intervalli regolari spezzoni di lenza più sottile portanti ognuno un amo), altre interessanti sperimentazioni hanno riguardato l’utilizzo del palangaro pelagico a basso impattoche è armato di ami circolari (C-hooks) che sostituiscono i tradizionali ami a forma di J (J-hooks). Gli ami circolari costituiscono una valida alternativa, perché consentono di catturare le specie bersaglio, come il pesce spada (Xiphias gladius) – e al contempo facilitano il rilascio di altre specie catturate accidentalmente, grazie all’estrazione facilitata dell’amo dalla bocca dell’animale.

L’attività dimostrativa con il palangaro pelagico a basso impatto ha visto coinvolte le seguenti marinerie: Loano, Calasetta, Monopoli, Cirò marina, Aci Trezza e Cipro.

I test hanno dato risultati positivi, dimostrando una riduzione delle catture accidentali e un aumento della percentuale di sopravvivenza degli individui catturati e poi rilasciati. Tutto questo senza intaccare negativamente le catture commerciali. Parallelamente sono stati prodotti dei materiali informativi sulla corretta manipolazione di squali e razze, che sono stati forniti ai pescatori, coinvolti in vari momenti di formazione.

Per favorire l’adozione da parte dei pescatori di questi strumenti alternativi, sono stati creati 10 sportelli informativi, che hanno assistito più di 300 pescatori nella ricerca di finanziamenti per la loro attività.

Un altro obiettivo importante raggiunto dal progetto è l’eliminazione della pesca illegale che viene praticata nell’isola di Lampione, all’interno dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, dove vive una colonia di squali grigi, attraverso una barriera artificiale a protezione di quell’area.

Il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e, in particolare dei pescatori, è stato fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di conservazione che il progetto si era prefissato, ma si è lavorato anche sulla parte di governance, per garantire una sostenibilità futura dei risultati, tramite l’elaborazione di un piano di gestione degli elasmobranchi per le aree marine protette italiane e un piano nazionale di gestione per Cipro.

  • Obiettivo divulgativo

Parallelamente, il progetto LIFE ELIFE si è posto anche un fondamentale obiettivo divulgativo, per contribuire a diffondere una maggiore consapevolezza e conoscenza nel grande pubblico e nei giovani rispetto al problema della conservazione degli elasmobranchi. Sono stati ideati e realizzati attività e laboratori per le scuole, momenti divulgativi a bordo della Goletta Verde di Legambiente, mostre ed esperienze edutainment nelle strutture, quali i due Acquari di Genova e Cattolica, supportati da strumenti di comunicazione creati ad hoc.

Il progetto è stato protagonista di numerosi laboratori e approfondimenti per il grande pubblico, sia in concomitanza con giornate di sensibilizzazione come la Giornata mondiale degli Squali e la Giornata mondiale della Fauna Selvatica, sia in occasioni di importanti manifestazioni come Sharper Night, Festival della Scienza e Slow Fish. Hanno riscontrato un notevole successo le speciali Notti con gli Squali organizzate presso l’Acquario di Genova e rivolte alle famiglie. È stato lanciato il contest fotografico “Un click per difendere gli squali nel Mediterraneo” che ha coinvolto appassionati di fotografia subacquea, ed è stato realizzato un video in grafica animata nel quale si raccontano i pericoli che minacciano la sopravvivenza degli squali e le azioni e gli obiettivi del progetto LIFE ELIFE; inoltre, sono stati realizzati dei materiali didattici dedicati alle scuole. L’Acquario di Cattolica ha curato l’allestimento di un’area espositiva interattiva per stimolare il pubblico ad approfondire le proprie conoscenze sugli squali.

  • Obiettivo scientifico

Infine, va sottolineato il risultato scientifico ottenuto dal progetto perché ha aumentato e reso sistematica la raccolta di dati sullo stato di conservazione delle specie interessate, anche attraverso la marcatura e l’applicazione di segnalatori satellitari agli esemplari catturati e rilasciati, affidata alla Stazione Zoologica Anton Dohrn. Queste attività hanno portato alla realizzazione in questi anni di 9 pubblicazioni scientifiche.

Nonostante il 31 dicembre si avvicini, quanto raggiunto da LIFE ELIFE continuerà attraverso le attività post progetto, che permetteranno di condividere l’esperienza acquisita in questi sei anni ad altre aree del Mediterraneo e paesi della Unione Europea.

Nove i partner del progetto LIFE ELIFE tra Italia, Grecia e Cipro: la Stazione Zoologica Anton Dohrn, coordinatore del progetto, l’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) e quella di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Sardegna), Costa Edutainment, con particolare riferimento agli Acquari di Genova e Cattolica, il Consorzio Mediterraneo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Legambiente, il Marine & Environmental Research (MER) Lab, e l’Università degli Studi di Padova.

Tutte le informazioni e le iniziative del progetto sono disponibili su https://www.elifeproject.eu/

Il progetto LIFE ELIFE in numeri:

9 partner tra Italia, Grecia e Cipro

13 porti coinvolti

58 giornate in mare

16 pescherecci coinvolti

Oltre 500 pescatori coinvolti

13 animali marcati con i tag satellitari

10 punti informativi per pescatori

pubblicazioni scientifiche

Oltre 120 eventi organizzati

Oltre 3700 studenti e studentesse coinvolte

area espositiva dedicata

Oltre 6 milioni persone raggiunte dalle attività di formazione, comunicazione e sensibilizzazione