A Savona nasce un’intesa destinata al recupero dei partner violenti
Sono già due anni che il Tribunale di Savona e la ASL2 hanno avviato una specifica collaborazione dedicata ai percorsi destinati al recupero di quei soggetti che hanno compiuto atti violenti nei confronti dei partners, dei familiari o fuori dell’ambito domestico.
La recente Legge n. 168 del 24 novembre 2023 contenente “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, all’art.15 ha modificato l’art. 6 della Legge 69/2019 (legge sulla quale si cui si fondava il precedente protocollo), con l’introduzione di importanti novità, tra le quali il coinvolgimento dell’U.E.P.E. (Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna) e la necessità che il percorso venga superato con “esito favorevole” e non solo frequentato; la nuova legge definisce inoltre i requisiti di cui deve essere in possesso chi gestisce i percorsi di recupero.
Oggi gli Enti coinvolti consolidano ed aggiornano il progetto che ha come obiettivo principale la riduzione del rischio di recidive, rinnovando il protocollo d’intesa che risultava già il primo esperimento in ambito regionale. A firmare il documento: la Dott.ssa Fiorenza Giorgi, Magistrato delegato del Tribunale di Savona, il Dott. Ubaldo Pelosi Procuratore della sede di Savona della Procura della Repubblica, la Dott.ssa Irene Barengo Direttore dell’Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna sede di Savona, il Direttore Generale di ASL2 Dott. Michele Orlando e il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze della ASL2, Dott. Roberto Carrozzino.
È evidente il crescente coinvolgimento nel circuito penale di individui affetti da disturbo psichiatrico e non di rado si tratta di soggetti denunciati dalle proprie famiglie, esasperate dall’impossibilità della gestione della quotidianità, con situazioni molte volte rese esplosive dall’uso di sostanze che aggravano i fenomeni; in molti casi si tratta di maltrattamenti, estorsione, danneggiamento, lesioni, minacce spesso all’interno dell’ambito familiare.
Già la legge del 2019 aveva riconosciuto la necessità di un approccio olistico e mirato, che andasse oltre la mera applicazione della pena, al fine di ridurre il più possibile il rischio di recidive e prevedendo l’attivazione di specifici percorsi di natura psicologica rivolti ai soggetti autori di reato indicando la partecipazione dei soggetti maltrattanti ai programmi psicoeducativi quale requisito per la concessione della sospensione condizionale della pena; la recente legge definisce con ancora più vigore queste linee di azione.
In base al protocollo concordato la ASL2 provvederà alla valutazione di tutti i soggetti che il Tribunale avrà inviato all’UEPE, con eventuale presa in carico diretta delle persone con problematiche maggiori, supervisionerà sull’appropriatezza dei percorsi di recupero previsti per i soggetti condannati e parteciperà alla stesura delle relazioni finali (congiuntamente all’UEPE) dei soggetti direttamente presi in carico, per la conferma del beneficio della sospensione condizionale della pena
Dichiara la dott.ssa Fiorenza Giorgi, “Questa collaborazione rappresenta un importante risultato raggiunto anche grazie al supporto di questi anni dell’Unità Funzionale di Psichiatria Forense coordinata dal dott. Roberto Carrozzino nella gestione degli autori di reato con patologia psichiatrica. Questo nuovo protocollo svilupperà ulteriori importanti percorsi basati sulla collaborazione tra i Giudici del Tribunale, Magistrati della Procura della Repubblica, l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna e l’ASL2.”
“Negli ultimi anni il legislatore ha preso sempre più coscienza di questa problematica e ci ha offerto strumenti non solo sul piano della repressione prevedendo anche nuove forme di reato ma altresì nel segno del recupero. In particolare la recente normativa prevede il coinvolgimento di più Enti in grado di gestire il percorso del soggetto condannato” così il Procuratore dott. Ubaldo Pelosi a margine della firma del Protocollo
Il direttore dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Savona, dott.ssa Irene Barengo riferisce che “Si tratta di un protocollo unico nel suo genere sul territorio nazionale nel quale sono coinvolti tutti gli attori interessati che con grande impegno e senso di responsabilità hanno posto in essere tutti i percorsi necessari per arrivare all’atto formale di oggi.”
“Il consolidamento di questo Protocollo d’intesa e i risultati fino ad ora raggiunti – sottolinea il Direttore Generale ASL2 dott. Michele Orlando – confermano che la collaborazione, ormai stabilizzata tra Sanità e Giustizia e sviluppata su diverse importati problematiche, rappresenta il corretto approccio. Ringrazio tutte le Istituzioni coinvolte e il nostro Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze che rappresenta la terza area delle attività aziendali sul territorio, con servizi di primaria importanza anche nel campo della prevenzione e nei riguardi di minori e adolescenti”
“I nostri due ambiti – conferma evidenzia il dott. Roberto Carrozzino, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’ASL2 – sono sempre più connessi e la realizzazione di protocolli operativi agevola i percorsi di cura, favorendo il lavoro multidisciplinare e la necessaria continuità. La collaborazione tra gli Enti assicura velocità del contatto reciproco attraverso un buon sistema di comunicazione e mette a disposizione della Giustizia sistemi di intervento appropriato anche in urgenza, consentendo la necessaria comprensione e intesa fra il linguaggio giuridico e quello clinico”.
A partire dal marzo 2022 sono stati avviati al percorso secondo il precedente Protocollo oltre 40 soggetti segnalati dal Tribunale e di questi alcuni sono rimasti in carico al Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze.
I dati di attività di questi due anni rilevano come la collaborazione tra Tribunale e ASL consenta di porre un filtro in grado di intercettare quelle situazioni di disagio psichico o di condotte di abuso di sostanze che spesso si celano o si associano a questo tipo di reati.
“Al fine di poter recuperare le persone che si sono rese responsabili di reati legati ai maltrattamenti, l’interazione tra il mondo della giustizia e quello della sanità appare vincente. E’ proprio grazie a questo protocollo che i percorsi previsti dedicati a questi soggetti potranno essere maggiormente efficaci ed appropriati. Il progetto sul territorio savonese può diventare pilota ed estendersi in futuro ad altre realtà regionali” questo il commento dell’Assessore alla Sanità Regione Liguria dott. Angelo Gratarola.
In conclusione, l’impegno congiunto delle Agenzie firmatarie del protocollo nel recupero dei soggetti maltrattanti rappresenta un esempio di buone pratiche nella gestione delle problematiche legate alla salute mentale e alla sicurezza pubblica.