
Confindustria Genova, spinte contrastanti nel 2024 e 2025
Da un lato ci sono segnali di difficoltà, dal calo della produzione industriale (- 7% per impiantistica e metalmeccanica e – 10% per il tessile) alla debolezza nell’export (- 1,9%, in particolare verso Stati Uniti e Germania), all’incertezza per il quadro internazionale, ma non manca anche qualche elemento positivo come il calo del costo del denaro che migliora la capacita di investimento delle imprese e aumenta la capacità di consumo delle famiglie. Il tutto in una situazione di incertezza per gli scenari globali che potrebbero peggiorare la situazione, con l’applicazione dei dazi da parte degli Usa, ma anche migliorarla nel caso, ad esempio, della fine del conflitto in Ucraina che avrebbe conseguenze economiche positive sul costo dell’energia. Sono queste le “spinte contrastanti” che Confindustria GENOVA ha evidenziato nell’analisi degli indicatori economici del 2024, e nelle previsioni per il 2025. «La situazione congiunturale da alcuni mesi è negativa – sottolinea il presidente Umberto Risso – ma non bisogna perdere di vista l’aspetto strutturale della nostra economia che, grazie a un mix di attività meno sensibile dei trend negativi rispetto ad altri territori». Anche GENOVA, infatti, soffre del calo della produzione industriale ma questo accade in modo meno marcato per la scarsa presenza di imprese attive nell’automotive e nella moda che sono quelle che vivono una crisi maggiore. «La nautica, che è diminuita nelle esportazioni è stata compensata dalla domanda interna – ricorda Risso – la difesa vive un incremento, con ricadute positive su Leonardo, e poi ci sono settori nuovi, dallo spazio all’industria sottomarina, al nucleare, comparti per i quali si attendono sviluppi». «Uno dei dati che caratterizzano queste spinte contrastanti – aggiunge Giacomo Franceschini, responsabile del Centro Studi Confindustria GENOVA – è che mentre l’industria è in affanno in molti settori, dall’impiantistica alla metalmeccanica, i servizi performano bene: logistica, con i terminal operator in crescita, sanità privata, finanza e assicurazione, hanno tutti prospettive positive». Una situazione in chiaroscuro, quindi, che dovrebbe mantenersi stabile anche nel primo semestre del 2025 con una previsione di un + 1,9% di fatturato e un lieve aumento, 0,3%, degli ordini. Il tutto, ovviamente, al netto di situazioni, come i dazi americani, che potrebbero ribaltare gli scenari