Olioliva 2025, l’Oro Verde dell’entroterra ligure, il viaggio che nutre l’anima
Dimenticate la folla delle spiagge e preparatevi a un viaggio più lento, avvolti dal profumo salmastro del mare che si mescola a quello intenso degli ulivi. L’entroterra di Imperia non è più solo una cornice, ma il cuore pulsante di un nuovo modello di vacanza: il Turismo Verde Esperienziale, promosso con passione dalla CNA di Imperia attraverso il progetto Artiturismo. L’olio, l’incontrastato “oro verde” della Liguria, è il protagonista di questa rinascita. Durante l’evento Olioliva, esperti nazionali hanno acceso i riflettori su un concetto affascinante: l’Oleoturismo. L’oleoturismo è ben più di una semplice degustazione. È un invito a mettersi in cammino (o in auto) per scoprire l’anima più autentica del territorio. “Oloeoturismo – ha sottolineato Francesca Petrini, presidente nazionale di Cna Agroalimentare – significa passeggiare tra uliveti secolari, dove l’oliva Taggiasca affonda le sue radici nella storia”. “Ma anche vivetre l’esperienza della frangitura, visitando frantoi che sono spesso autentici musei viventi”, ha affermato il giornalista Maurizio Pescari e Marco Misischia, presidente nazionale Cna Turismo e Commercio: “Partecipare a laboratori di produzione e corsi di cucina, imparando a usare l’olio EVO come un prezioso ingrediente culturale”. “L’obiettivo – hanno aggiunto Luciano Vazzano e Graziano Poretti, rispettivamente direttore e presidente di Cna Imperia- è creare un “legame tra il prodotto, il paesaggio e le tradizioni locali”. Non si tratta solo di comprare una bottiglia, ma di capire la fatica, la cura e la sapienza che si nascondono dietro ogni goccia”. In un mondo sempre più frenetico, il turista cerca autenticità e storie vere. Il turismo esperienziale risponde a questo bisogno, trasformando ogni visita in un ricordo indelebile. Per l’entroterra, questo è vitale – ha precisano Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Turismo e Commecio- significa sostenere le economie dei piccoli borghi, garantire la sopravvivenza dei frantoi storici e preservare quel paesaggio terrazzato, modellato nei secoli dalla mano paziente dell’uomo. È un modello che unisce sostenibilità e valorizzazione culturale”. “Oggi il turista – ha commentato Marco Misischia, presidente nazionale Cna Turismo e Commercio – va alla ricerca di un viaggio che vi rigeneri, che nutra non solo il corpo ma anche lo spirito, la risposta è lì, a pochi chilometri dalla costa: seguire il profumo dell’olio, scoprire i borghi nascosti e lasciarsi raccontare una storia fatta di terra, fatica e inestimabile eccellenza. L’entroterra aspetta tutti ed è, pronto a fiorire”. Per il frantoiano Andrea Brun “è bene ricordare che l’olio lo fanno le persone, il frantoio è un luogo dove fare le esperienze, un luogo di incontro e dove poter vedere e toccare con mano il sacrificio dell’uomo: dalla raccolta delle olive alla produzione in una terra molto complessa da gestire. Quando le olive arrivano al frantoio vengono frantumate è un processo che merita di essere osservato con attenzione anche con le nuove tecnologie pur rispettando le tradizioni”.