Imperia, Giorgio Gaber secondo Stefano Senardi

Imperia, Giorgio Gaber secondo Stefano Senardi

Un uomo tenero come tutti i grandi poeti, ma anche duro nella sua critica sociale, che ha messo il dito nella piaga del conformismo politico. Questo è stato Giorgio Gaber secondo Stefano Senardi. Il discografico imperiese sarà oggi alle 18 nella sala convegni della biblioteca cittadina, in piazza De Amicis, per presentare il documentario curato per Sky Arte e dedicato al disco “La mia generazione ha perso”, con cui il cantautore milanese è tornato nel 2001 in sala di registrazione dopo quattordici anni di assenza.
«Un album – spiega Senardi – prodotto da Beppe Quirici su consiglio di Ivano Fossati, che Gaber avrebbe voluto al suo fianco ma che era già impegnato altrove. Partecipò un nutrito gruppo di musicisti, che dimostra l’importanza e anche la vastità del progetto, con il quale Gaber voleva testimoniare l’amara fine di un sogno, l’abbandono del tentativo del mondo della musica e della cultura di trasformare il mondo in
un posto migliore. Fu anche l’ennesimo suo tentativo di dire che l’uomo può salvarsi solo con l’amore. Morì pochi anni dopo. Ma se dell’artista si sente poco la mancanza perché ha lasciato un patrimonio musicale immenso, la scomparsa dell’uomo Gaber, coraggioso, sincero, onesto, pronto a mettersi contro anche il suo pubblico, ha lasciato un vuoto incolmabile».